Vol. 12, n. 1 (2020)
In un anno complicato per il nostro Paese e per il mondo, Studi Umbri torna dai suoi lettori con la consueta ricchezza di autori e contributi. Ancora una volta, la rivista fornisce un punto di vista sulla realtà particolarmente sensibile alle scienze umane, all’arte e al dialogo fra discipline.
La riscoperta della grande letteratura è da sempre un elemento privilegiato del nostro spazio culturale. Albert Camus, spesso rievocato in questi mesi per il suo capolavoro “La Peste”, qui viene riletto da Mauro Agostini con uno sguardo di rara ampiezza. La stessa che del resto ha caratterizzato la produzione dell’intellettuale franco-algerino, un uomo capace di utilizzare ogni potenzialità della parola. Tutta l’opera di Camus, scrive Agostini, mette al centro l’uomo, nella sua irrilevanza ma anche nella sua grandezza. In tal senso non smette di offrire preziosi elementi per interpretare l’oggi.
Anche la trama di “Romeo e Giulietta” contiene una pandemia, eppure la tragedia è stata quasi sempre trascurata dalle rievocazioni letterarie sul tema. Per compensare, Alessandro Clericuzio ci offre un sapido affresco dello “Shakespeare in quarantena” e del suo racconto della malattia come realtà e come metafora.
Nella ricca pagina letteraria di questo numero c’è poi spazio per un altro genio, Pablo Neruda, oltre che per le tante voci che hanno raccontato nei secoli la bellezza del Clitunno.
L’arte. La copertina è dedicata a Nicola Renzi, prolifico pittore e scultore perugino. Ma proponiamo anche una riflessione sulle performance senza tempo di Marina Abramovic e una descrizione del centro per la conservazione artistica SMAArt.
E poi tanti altri temi. Un documentato saggio su Raffaele Rossi e sulla “sfida intellettuale” della rivista “Umbria contemporanea”. La storia della leggendaria scuola comunista delle Frattocchie. Gli effetti dell’abuso di tecnologia nell’infanzia. L’agricoltura biologica e il concetto di “sicurezza alimentare”. Il terzo e ultimo capitolo della serie “Dalla pietra all’atomo”.