Il percorso artistico di Luca Leandri attraversa con rara coerenza il territorio difficile (e spesso trascurato dalla critica d’arte) della scultura contemporanea. Dai primi lavori degli anni Ottanta, che rivelavano una perizia tecnica e una sensibilità non comuni per un giovane artista, alle opere recenti, Leandri dimostra come si possa restare nobilmente fedeli ad un materiale tradizionale come l’argilla pur praticando linguaggi attuali. Non mi soffermerò sulle specificità tecniche riguardanti la scultura in terracotta, dal raku al bucchero, nelle quali Leandri è maestro e che utilizza con assoluta padronanza, ma piuttosto sull’esito felice dell’incontro tra tali tecniche e la creatività dell’artista: le sue sculture nascono nel silenzio dello studio, lontano dai rumori del mondo ma attente a leggerne e interpretarne i segni contraddittori, le tensioni drammatiche, le derive, la bellezza nascosta. Le opere nascono da necessità interiore, dalla ricerca del trascendente, da una condizione dello spirito, da una visione, da un sogno. Non sono calcolo mercantile, rincorsa alle tendenze del momento, soprammobili da salotto, tappezzeria decorativa: l’arte, come scriveva Mario Sironi, è “teatro di un dramma”.
Leandri modella forme compatte, rigorose, sintetiche: poche concessioni al colore, la combustione dona alle opere il mistero arcaico del nero, delle gamme di grigi. Nessun decorativismo, l’artista rinuncia a facili virtuosismi, ricercando i volumi determinanti, il dialogo tra pieni e vuoti: la scultura raggiunge in tal modo una potente essenzialità, un equilibrio severo tra forma e contenuto lirico…le opere raccontano legami imprescindibili con la terra etrusca (i buccheri di “Radici”), frequentazioni letterarie (“Il giardino di Ovidio”), riflessioni sulla fragilità della condizione umana (“Corpi giustapposti”).
L’antica amicizia che mi lega all’artista mi consente di testimoniare la tensione intellettuale e la profonda sensibilità che sono all’origine della poetica di Leandri: ogni opera documenta un attento lavoro di ricerca e di analisi sull’arte, intesa come percorso esistenziale denso di meraviglia, di studio, di sperimentazione. Il lessico formale è ben radicato nella tradizione plastica del novecento italiano, che lo scultore dimostra di conoscere a fondo: la serie di “Cavalli gotici”, nata da una considerazione sulla condizione umana, perennemente oscillante tra vita e morte, evoca suggestioni metafisiche, come anche “Uomo in allarme”. Il tema dominante del lavoro artistico di Leandri, al di là delle diverse declinazioni stilistiche, resta in ogni caso l’indagine e la riflessione sull’umanità con le sue contraddizioni, i suoi slanci, le sue sconfitte. La potente costruzione anatomica di “Stele” diventa così una metafora dell’incomunicabilità: lo spazio vuoto tra i due elementi è parte della scultura, e ne definisce il significato. In altre opere si percepisce la presenza del sacro, come in “Corpi”, che nella serrata scansione a formelle ricorda ex-voto narranti vite comuni, sconosciute ma pur misteriosamente presenti nelle forme appena abbozzate, o come nelle concise stilizzazioni delle “Madri Teste”.
Le sculture di Leandri in definitiva segnano lo svolgersi di una vocazione artistica vissuta con assoluta fedeltà e purezza d’animo, a volte con sacrificio e fatica. “Fare” arte può essere facile, essere artisti un po’ meno. Luca Leandri è un artista.
Luca Leandri (Deruta, 1964) vive ed opera in Umbria (Italia). Annoverato oggi tra i protagonisti della ceramica contemporanea e di ricerca in Italia, intraprende giovanissimo la strada della scultura, creando forme e sperimentando materiali. E’ proprio questa sua identità di produttore/ricercatore nel campo delle materie plastiche che caratterizza il suo impegno verso lo studio di nuove soluzioni tecniche. Partecipa nei primi anni ’80 alla formazione di un centro per le arti visive “Materiale e Immagine 2” a Perugia con Mario Mirabassi. Dal 1987 al 1993 partecipa all’ attività dell’ Ass.ne Culturale “Opera” di Perugia, diretta da Bruno Corà. Dal 1995 al 2003 con la assistenza di Elisabetta Corrao ha gestito una galleria nel centro storico di Perugia, dove, oltre ad esporre le sue opere, ha ospitato altri artisti a partecipare ad eventi tematici di arte contemporanea. Dal 2019 le sue opere sono esposte in modo permanente nella sua galleria personale a Todi, in Via Duomo, dove riceve su appuntamento.
Dal 2002 vive e lavora nella sua casa-studio in campagna, a Marsciano (Pg) dedicandosi completamente alla sua ricerca e produzione artistica. Durante l’anno Luca Leandri impegna parte della sua attività alla didattica dell’arte e della scultura ceramica, attraverso corsi di vari livelli, spesso svolti anch’essi con spirito sperimentale e con attenzione a stimolare interesse e sensibilità dei suoi allievi. Parte della sua attività di docente è dedita a stimolare l’attività creativa di persone diversamente abili.