C’è una qualità affatto speciale nell’opera di Michele Ciribifera, un singolare carattere che si svela, certo ad un primo livello di cognizione, con grande immediatezza e perentorietà.
Essa si offre all’osservatore in tutta la sua evidenza plastica, lo avvolge sin dal primo approccio nelle spire delle sue evoluzioni plastiche e delle sue, a volte ardite, costruzioni effimere, senza celare intendimenti reconditi o impenetrabili motivazioni intellettuali. Quindi lo lascia, per tornare poi a rapirlo e svelargli il mistero di questa primaria simpatia: l’animo umano, il suo spirito critico primordio, pre-culturale, tende al certo piuttosto che all’incerto, al naturale piuttosto che all’artificiale; e le opere di Ciribifera attingono la propria valenza estetica e forza comunicativa proprio nell’ordine che le informa, nella scansione armonica delle strutture, che nella dinamica percettiva si associano ad elementi della natura, conosciuti e quindi empatici.
“Il mezzo creativo”, scrive Max Bill nel 1936, “è dato da colore, spazio, luce e movimento, e con la composizione di questi elementi si originano nuove realtà. Idee astratte che esistevano dapprima solamente nel concetto. vengono rese visibili se realizzate in forma concreta”.
È tutto lì: la materia, legno, ferro, alluminio, e la sua organizzazione spaziale. Scelte coraggiose, per un giovane artista, quando l’attualità e il mercato, in tempi di crisi di idee e di stravolgimenti semantici, chiedono agli artisti ben altri mezzi e ben altri temi. Ma l’asincronia, se vuol dire fedeltà alle proprie pulsioni espressive, non è forse una esemplare virtù? Come si sarebbe sviluppata la linea contemporanea se nel 1874 gli impressionisti, invece di allestire una mostra nel piccolo studio del fotografo Nadar, avessero ceduto alle blandizie dei ricchi Salons ufficiati e dei pompiers Bouguereau e Meissonier? E quale sarebbe stata la ricerca in Italia nel dopoguerra, se quel gruppo di giovani determinati, poi riunitisi con il manifesto Forma 1, invece di studiare Kandinsky e riscoprire il Futurismo, avesse seguito il regressivo realismo socialista di Guttuso, forte dei miopi favori politici e partitici? Scelte scomode per prospettive virtuose.
È la struttura il luogo elettivo della ricerca di Ciribifera. La struttura, che dagli inizi del ‘900, dagli sconvolgimenti teoretici di Einstein e di Freud, diviene il terreno della sfida plastica alla quarta dimensione, allo spazio-tempo. Egli si pone davanti a questa nuova temperie in condizione primigenia, con la stessa libertà con cui l’affrontarono i cubisti, i futuristi, i costruttivisti. “Il primo attacco a regni che contengono possibilità estetiche e formali fino ad ora ignote”, scriverebbe oggi Max Bill, nella sua presentazione critica per la prossima mostra di Michele Ciribifera. Che si chiuderebbe con queste illuminanti parole: “Il ritmo trasforma la struttura in forma”.
(Massimo Mattioli, Aprile 2005)
Michele Ciribifera trasforma gli alberi, a noi così naturalmente familiari, in oggetti che si impongono alla nostra coscienza. Egli cerca in un oggetto quelle forze invisibili, grazie alle quali la vita trova una forma. Il suo lavoro traduce concetti legati alla dimensione dello spazio rituale, della profondità e della relazione tra la forma ed il passare del tempo.
In tal modo, il suo lavoro è una rara combinazione tra arte percettuale e concettuale. I suoi alberi diventano lo strumento per le sue idee: idee dell’ordine nella vita, forza, resistenza e dignità. […]
Così come la natura possiede la molteplicità organica, il lavoro di Ciribifera si muove al tempo stesso su diversi livelli. Nella sua autopsia di un albero, Egli lo disseziona e poi riorienta la sua naturale verticalità in orizzontale, in diagonale o capovolta.
Ne risulta che la percezione dell’osservatore slitta al di fuori dello spazio prevedibile in un nuovo spazio immaginato. Le […] forme organiche alterate assumono una forma strutturale capace di proiettare un senso del sovrannaturale. Da ciò scaturisce una dialettica tra la natura e lo spettatore, quest’ultimo definito da Rollo May come “pseudoinnocente”.
C’è anche un’ illusione di recessione spaziale nei suoi lavori di grande formato che investe gli elementi pittorici di forza scultorea. Quando ciò accade, l’astrazione pittorica delle sculture di Ciribifera conduce lo spettatore verso incontrollate linee di forza. Qui, queste presenze oggettive si alternano agli spazi primitivi nel cuore della natura-spazio scultoreo fluttuante tra gli alberi, così com’è trovato e l’albero come viene reinventato, arricchiscono il lavoro di riverberi metafisici.
Nel gioco di realtà ed illusione, le sculture di Michele Ciribifera, definiscono l’arcana interazione tra energia e materia, o, come ha dichiarato Paul Klee: “Non forma ma formazione”.
(Beverly Pepper, Todi, 30 Agosto 1997)
MICHELE CIRIBIFERA
Bio & Work: Nasce a Perugia nel 1969, dove vive e lavora. Nelle sue sculture sono presenti tensioni strutturali di elementi tratti direttamente dal contesto naturale. I suoi lavori creano spazi immaginari conducendo l’osservatore all’interno di forme che paiono organiche, e verso dimensioni spaziali nuove. Nella sua ricerca sposta lo sguardo in modo quasi scientifico, analizzando, dissezionando e moltiplicando attraverso l’uso di numerosi materiali che vanno dal legno al ferro, in un gioco di perenne contrasto tra natura e artificio. In questo gioco tra realtà e illusione, si definisce l’arcana interazione tra energia e materia, che esprime la fedele ricerca personale di un contatto tra la natura e l’arte.
Studi: Istituto d’Arte di Anghiari, Arezzo; Accademia di Belle Arti sezione scultura “Pietro Vannucci” di Perugia
Collaborazioni: assistente della scultrice Beverly Pepper, con la quale viaggia in Europa e in America.
Exhibitions
Solo Shows
2013 Jeux des Vagues, a cura di Roberta Semeraro, Palazzo Morelli Fine Art, Todi (PG)
2012 ondAnomala, a cura di Gabriele Simongini, Roma Capitale, Zetema – progetto cultura, Roma sala Santa Rita, Roma IT
2012 Bologna Art First – A bordo del cuore d’Oro, curated by Julia Draganovic, P.zza de’ Calderini, Bologna IT – ELICOIDE –
2011 ROMA.The road to contemporaary art MACRO
sezione OUT OF RANGE campi magnetici
sezione START-UP wateRevolution
2010 ROMA. The road to contemporary art
sezione OUT OF RANGE twister
2009 Verso Frequenze Anomale, Abbazia di Spineto (SI)
2009 Sospensione Centrale, Mea il nostro mondo è adesso, Chiesa di San Francesco Trevi (PG)
2008 Frequenze Anomale, a cura di Caterina Bizzarri, Castiglione del Lago (PG)
2006 Rhythmical, a cura di Mario Berdic e Istituto Italiano di Cultura in Slovenia, Galerija MediaNox, Maribor
Group Shows
2017 Sculture in acqua, in piazza, III Biennale di Scultura, curated by Giuseppe Pin, Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (PD) IT
2016 Rilevamenti 1, CAMUSAC Cassino Museo Arte Contemporanea, curated by Bruno Corà, Tommaso Evangelista, Daniela Bigi, Federico Sardella, Aldo Iori, Marco Tonelli, Cassino IT
2014 Highly Recommended: Emerging sculptors, Meijer Gardens and Sculpture Park, Grand Rapids MI, USA
2014 ArtPrize 2014, Grand Rapids MI, USA
2014 Ricognizione, CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea Foligno, (PG) IT
2013 Tell Mum Everything is ok, Palazzo della Penna, Perugia IT
2013 SKA | Art in Progress, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, Arezzo IT
2013 Transitive, Fu Xin Gallery Miami FL USA
2013 Un artista per una Rosa, Sala Santa Rita, Roma IT
2013 Come in Cielo Così in Terra, a cura di A. Baffoni e F. Duranti, Carapace di Arnaldo Pomodoro Bevagna (PG) IT
2013 3 Punti d’Arte, Palazzo Carletti, Montepulciano (SI) IT
2012 Self portraits, curated by Giorgio Flamini Spoleto (PG) IT
2012 + 50 Sculture in città tra memoria (1962) e presente (2012), curated by Gianluca Marziani, Spoleto (PG) IT
2012 Fuori Orario – Percorsi d’arte contemporanea per riscoprire la città, curated by Gaia Toschi, Foligno (PG) IT
2012 Trame e Frame, curated by G.Marziani, Palazzo Morelli Fine Art, Todi (PG) IT
2012 Bologna Arte Fiera 2012, Fu Xin Gallery, Bologna IT
2012 LAAS Los Angeles Art Fair 2012, Fu Xin Gallery Los Angeles CA – USA
2012 Art Miami, Fu Xin Gallery, Miami FL – USA
2011 LAAS Los Angeles Art Fair 2011, Fu Xin Gallery Los Angeles
2011 BOLOGNA ART FIRST Arte Fiera 2011, Fu Xin Gallery, Bologna
2011 Identità Liquide, di Gabriele Simongini, Premio GBSalvi, Sassoferrato (AN) IT
2011 La Biennale di Venezia, Padiglione Italia – sezione regionale Umbria. Palazzo Collicola Spoleto (PG)
2011 Arte e Movimento: Visioni Urbane, di Ludovico Pratesi, Audi Terminal Roma
2011 San Diego Art Fair, Fu-Xin Gallery, Shanghai
2011 Centro de Arte Moderna Gerardo Rueda, Matosinhos, Oporto Portugal
2011 ART MIAMI, Fu-Xin Gallery, Shanghai
2010 ShContemporary 2010, Fu Xin Gallery, Shanghai
2010 Stemperando, a cura di Giovanna Barbero, Biblioteca Nazionale Univ. di Torino IT
2010 The Road to Contemporary Art, Fu Xin Gallery MACRO, Roma IT
2009 La Leggerezza della Scultura, curata da Studio A’87, Parco dell’arte Cerrina (AL)
2009 Light, curata da Michael Shaw, Burghley Sculpture Garden, Burghley House, Stamford UK
2009 Mea, il nostro mondo è adesso, curata da Maurizio Coccia, Matilde Martinetti, Mara Predicatori, Trevi (PG) IT
2008 XXV Biennale di Gubbio, a cura di Giorgio Bonomi, Cristina Marinelli, Palazzo Ducale, Gubbio (PG) IT
2008 Figure, curata da Michael Shaw, Burghley Sculpture Garden, Burghley House, Stamford UK
2007 Terra di Maestri, a cura di Antonio Carlo Ponti, Giorgio Bonomi, Fedora Boco, Paolo Nardon, Villa Fidelia, Spello (PG) IT